La battaglia di Gallipoli fu una strage terrificante e una orrenda sconfitta degli Alleati, che mise a nudo l'insipienza e la drammatica impreparazione del comando britannico. Ma in Australia fu vissuta come un punto di svolta, che dimostrò l'eroismo dei soldati australiani e segnò l'affrancamento della colonia dalla madrepatria.
Dal 1942, in piena Seconda Guerra e con il terrore di un’invasione giapponese alle porte, l’Australia iniziò a commemorare l’ANZAC Day e a considerare Gallipoli il momento fondatore dell’identità nazionale. Un po’ come la Resistenza qui da noi.
E anche lì, nel corso dei decenni, la retorica della memoria ha preso il sopravvento sulla ricostruzione storica: si va a dire una preghiera al Santuario della Rimembranza a Camberra, si fanno parate con la banda militare, si fanno parlare i reduci (ormai non più), si mandano le scolaresche in gita in Turchia …
Ma la grande differenza è che il 25 aprile da noi è ancora, a tanti anni dalla fine della guerra, un giorno di divisioni e di rancori – vecchi e nuovi. Si riaprono ferite che neppure i tanti anni trascorsi hanno rimarginato.
Invece in Australia è un’occasione di ricordo dei dolori che colpirono molte famiglie, un momento di coesione attorno ai valori democratici che costruiscono l’anima del Paese.
Va beh, tutta questa premessa solo per dire buon 25 aprile a tutti.



40.000 persone a Melbourne, questa mattina all’alba:

Un paio di articoli molto recenti, fra le migliaia di pagine scritte sugli ANZAC e il loro significato:
- - Should Anzac Day inspire more than just fervour?;
- Should we be consuming more than just patriotism on national days?;
- Teaching the untold stories of World War I.