Questa è una domanda che anch’io mi faccio, fin da quando – credo nel 2009 - Siliciano disse che, secondo lui, non erano state le staminali CCR5-/- ad aver curato Timothy Brown.nordsud ha scritto:Intanto mi domando come possa un trapianto di cellule per niente resistenti all'hiv riuscire ad eradicare l'infezione.
In questi giorni sono andata a rileggermi una review scritta nel 1997 da Igor Huzicka, dell’università di Praga, che fu utilissima a me e Leon quando iniziavamo a occuparci del “Paziente tedesco”: Could bone marrow transplantation cure AIDS?: review.
Da notare, che tutti i casi di trapianto di midollo (allora si chiamava così) in persone HIV+ presi in considerazione risalgono all’era pre-ART: 32 casi di cui si ha notizia fra il 1982 e il 1996, che sono importanti per noi perché uno degli elementi che potrebbero aver fatto la differenza nel caso dei “Pazienti bostoniani” è esattamente la ART (c’è anche la componente della GvHD, ritenuta importante da Huzicka – il che complica le cose; mentre ricordiamo che i bostoniani hanno ricevuto un condizionamento *leggero*).
Senza stare a farla tanto lunga, Huzicka racconta che
- • in 2 casi l’HIV è risultato “eradicato” e la PCR è divenuta negativa sia per l’RNA, sia per il DNA virale, ma uno solo dei due è sopravvissuto abbastanza a lungo da permettere di osservare qualche cambiamento a livello clinico;
• un paziente ha avuto una negativizzazione della PCR transitoria nel periodo fra 40 e 120 giorni dopo il trapianto;
• e molti altri – fra cui uno che ha ricevuto uno xenotrapianto da babbuino – hanno mostrato miglioramenti sia clinici, sia di laboratorio (diminuzione delle viremie, aumento dei CD4).

Le cellule distrutte dal condizionamento sono state sostituite da cellule del donatore che, grazie ai linfociti T citotossici, hanno montato una risposta antivirale.
Inoltre, anche la Graft potrebbe aver contribuito a distruggere i reservoir residui, soprattutto nei macrofagi.
Quei pazienti sono finiti tutti male, vuoi per recidiva del tumore ematologico, vuoi perché gestire le complicanze del trapianto era vent’anni fa ancora più difficile che adesso. Tuttavia, dalle loro storie Huzicka ha tratto un’ipotesi molto interessante, che immagino sia quella che ha ispirato la scelta di Heinrich e Kurizkes di non sospendere la ART ai loro pazienti:
- Protection of repopulating cells from infection could be achieved by a combination of antiretroviral agents.