E invece il Cavaliere torna sul punto forte delle raccomandazioni europee sulla necessità di riforme strutturali: «In Europa si è parlato di un'età pensionabile uguale per tutti, a 67 anni, lo farò presente alla Lega anche perché siamo l'unico paese ad avere anche le pensioni di anzianità».
«Bossi ha a cuore i pensionati — ha aggiunto il presidente del Consiglio —. Ma questo non collide con la difesa dei pensionati, perché non andiamo a toccare, a diminuire, le pensioni di nessuno. Ormai con lo sviluppo della vita media, che è intorno agli 80 anni, per i giovani mantenere delle persone che vanno in pensione a 58 anni e poi vanno avanti fino agli 80 e oltre è un carico francamente ingiusto. Gliene parlerò».
http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=AaWVGTFE
(leggete i commenti delle persone please, io li ho letti dopo aver scritto il post, almeno non mi sento un UFO ).
Eccolo lì, lo sapevo, ma possibile che non ci si renda conto di quale sia la vera realtà non solo Italiana per la verità ma mi limito a questa.
Si sposta il limite di altri 2 anni, e poco male sarebbe se si potesse fare un distinguo vero e proprio tra lavoro e lavoro, ma ci rendiamo che nel cosiddetto elenco dei lavori usuranti (cioè per coloro che potranno beneficiare di almeno un sconto massimo di tre anni sull'età minima per la pensione di anzianità) mancano categorie che sembrano completamente dimenticate dal mondo del lavoro? Andare in pensione a 58 anni magari con 38 anni di contributi io non lo ritengo uno scandalo, anzi la ritengo una conquista sociale, la giusta ricompensa dopo aver tirato la carretta, per una vita, e la vita non dovrebbe essere solo il LAVORARE.
http://www.inps.it/portale/default.aspx ... =5904&p4=2
Ma a parte questo come si può credere di poter fare una riforma pensionistica ORA quando tante (troppe) aziende con la scusa della crisi ne hanno approfittato e ci ritroviamo persone con 50 anni e passa di età che vengono considerati già troppo vecchi per essere introdotti in un nuovo ciclo produttivo? Non è da tutti reinventarsi dopo 30 anni e iniziare (salute permettendo) un nuovo ciclo lavorativo (sempre che ve ne sia l'occasione). Poi c'è il paradosso se da un lato si è troppo vecchi, dall'altro vi sono in alcuni settori pensionati già da tempo in ''riposo'' che vengono impiegati o a ''nero'' o come consulenti che prestano la loro esperienza, invece che trasmetterla e farne tesoro a chi più giovane.
Insomma la chimera del posto sicuro e a tempo indeterminato NON ESISTE PIU', basta una crisi (che non ho ancora capito se sia più etica che altro) e qua si va tutti a gambe all'aria.
