

http://www.nationalgeographic.it/viaggi ... -630715/3/
A proposito di Durban sul clima. Vado un po' O.T.Melisanda ha scritto: Certo intanto a Durban mandano in pensione il protocollo di Kyoto, rimanendo liberi di devastare l'intero pianeta. Questa crisi MONDIALE poteva essere l'inizio per cominciare a prendere coscienza dei LIMITI della crescita, che non può essere infinita, e indirizzarci, seppur in fase di transizione, verso altri sistemi sostenibili che sfoceranno si spera in nuovi modelli da qua a 2 secoli, inevitabili se vogliamo sopravvivere. Ma non c'è nulla da fare non c'è NESSUNO nessuno al mondo che abbia alternative. Fra poco diventeremo noi occidentali il quarto mondo però.
Melisanda ha scritto: Su l'autosufficienza economica per quello che ci è possibile ovviamente, ma anche per quello che non è possibile, visto la ''creatività'' che ci contraddistingue, mi trovi COMPLETAMENTE d'accordo, un protezionismo obbligatorio direi. A proposito di agricoltura ho sentito in una trasmissione che è stata accolta una proposta della Coldiretti che riguarda la vendita dei terreni agricoli appartenenti allo stato, agli agricoltori, con diritto di prelazione ai giovani per la cessione.
Ho trovato l'articolo: http://archiviostorico.corriere.it/2011 ... 8056.shtml
ecco già questo mi sembra un intervento che potrebbe in qualche modo mettere una ''pezza'' concreta a questo paese ormai quasi privo d'identità economica.
Leon ha scritto:[Adesso l'unica via d'uscita si chiama autarchia
Ma STEALTHYYYY!!! Pascal Bruckner, QUEL Pascal Bruckner che ha scritto "La tirannia della penitenza" che ci ha tanto appassionati? Non può essere che lui e mi pare che questo saggio sull'ecologismo sia un approfondimento dell'irritazione per la vuotaggine e la cialtronaggine delle anime belle "progressiste".stealthy ha scritto:A proposito di Durban sul clima. Vado un po' O.T.
stamattina ho letto una recensione di un saggio, "Le fanatisme de Apocalypse", del filosofo saggista Pascal Bruckner
Studia qualcosa sui metodi di coltivazione intensiva (rispettosa dell'ecosistema, naturalmente), sulle colture idroponiche (anche in acqua salmastra), sulle colture in serra e così via. Forse il problema della scarsità di terreni coltivabili non è insolubile. Analogo discorso per le fonti di energia e tutto il resto.skydrake ha scritto:Leon ha scritto:[Adesso l'unica via d'uscita si chiama autarchia![]()
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Forse non ci sono nemmeno sufficienti terre coltivabili per alimentare 60 milioni di persone. E poi le auto con cosa li alimenti? e il 99,9999% della nostra tecnologia?
Non ci vedo proprio Leon a condurre una vita da Amish
Se dovessimo utilizzare come mezzo di propulsione il biodiesel, dovremmo mettere metà della superficie coltivabile solo per produrre olio di colza.Dora ha scritto: Studia qualcosa sui metodi di coltivazione intensiva
se nn si comincia anke solo a pensare di cambiare un sistema,certo ke nn si potranno sperimentare altre fonti o sistemi.....e' proprio la NON intenzione al cambiamento il dramma...pota i petrolieri e nn solo, mica mollano l'osso...Dora ha scritto:Studia qualcosa sui metodi di coltivazione intensiva (rispettosa dell'ecosistema, naturalmente), sulle colture idroponiche (anche in acqua salmastra), sulle colture in serra e così via. Forse il problema della scarsità di terreni coltivabili non è insolubile. Analogo discorso per le fonti di energia e tutto il resto.skydrake ha scritto:Leon ha scritto:[Adesso l'unica via d'uscita si chiama autarchia![]()
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Forse non ci sono nemmeno sufficienti terre coltivabili per alimentare 60 milioni di persone. E poi le auto con cosa li alimenti? e il 99,9999% della nostra tecnologia?
Non ci vedo proprio Leon a condurre una vita da Amish
Non sto dicendo che sia facile, né che sia la via giusta. D'altra parte, di vie *giuste* non è detto che ce ne siano o siano praticabili, in questo ginepraio di scelte cruciali e la vita degli Amish potrebbe comunque essere un destino - e non il peggiore - che ci attende tutti.
Per risollevare le sorti dell'agricoltura prima cosa, come già detto svariate volte da Leon, basterebbe valorizzare quella esistente e nn mandarla alla rovina come si sta facendo. Secondi x quando riguarda la dismissione dei terreni statali già ti posso anticipare come questi andranno "spartiti"; come al solito andranno a ki avrà disponibilità economica quindi grandi latifondisti e mafiosi (anke se questi ultimi almeno dalle mie parti NON amano troppo zappare la terra) e ai giovani agricoltori rimarrà poco o nulla.Melisanda ha scritto:ecco già questo mi sembra un intervento che potrebbe in qualche modo mettere una ''pezza'' concreta a questo paese ormai quasi privo d'identità economica.