Indonesia ha scritto:Vorrei avere una vita "di qualita" come quella che ho avuto adesso . Devo capire se perseguire testardamente questa mia volontà sarà possibile senza mettere a repentaglio la mia salute in maniera definitiva (adesso ho l'ospite ma è dormiente).
Sono altresì convinto che in Italia dove tornerò inizio prossima settimana mi sconsiglieranno di vivere in un paese del terzo mondo (perché tale è).
Vedo due strade davanti : vivere in Italia con ottima assistenza medica ma moralmente a terra, vivere all'estero mettendo a repentaglio la mia salute .
Oppure stare in Italia giusto il tempo per un check-up completo, scelta della terapia e un breve periodo per verificare se funziona (o perlomeno se la "reggi").
Poi fare i bagagli, dopo un mese fare un controllo ulteriore la se funziona (la misura della carica virale) e tornare in Italia giusto una volta all'anno, per i controlli di routine più approfonditi.
Se in Indonesia riesci a rimediare i farmaci, a misurare i CD4 piu qualche altro esame basilare, non hai bisogno di una gran assistenza.
Se tutto va bene, passato il primissimo periodo in cui fanno ripetuti esami, si inizia una terapia, si controlla viremia (tipizzazione linfocitaria e altre cose ancora) dopo un mese, poi ogni tre mesi.
Molti di noi poi, se continua ad andare tutto bene, dopo qualche anno passano ai controlli ogni sei mesi.
Io ho avuto la mia visita infettivologica giusto venerdì scorso, dove mi è stato proposto di passare addirittura ad un controllo all'anno. Ho detto di no.
Ti svelo una cosa ben poco nota alla maggioranza della popolazione:
Un paziente sieropositivo, causa la maggior frequenza dei check-up medici a cui è mediamente sottoposto, se ha un'altra aderenza (prende sempre i farmaci alla stessa ora senza mai saltare le dosi) e se non ha altre complicazioni (no resistenze, no epatite ecc.), ha una speranza di vita leggermente superiore alla media:
http://hivforum.info/forum/viewtopic.ph ... 46&p=27047