Presentazione e consiglio professionale

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
skydrake
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da skydrake » giovedì 2 marzo 2017, 19:20

maggio2014 ha scritto: Da quel che so ai chirurghi viene richiesto il test hiv, e lui per evitare ha cambiato [...] Poi non so se la sieronegatività sia una condizione necessaria o sia semplicemente consigliata. Un abbraccio.
Il test in fase pre-assuntiva è facoltativo.
È determinante solo in alcuni rari casi, in cui è vi effettivamente un concreto e reale rischio di contagio.
Cioè quasi mai.
Personalmente, mi verrebbe da pensare solo per gli infermieri presso i SPDC, per i medici senza frontiere e pochissimo altro (e presso l'Esercito, lì è tuttora previsto presso le truppe ma, curiosamente, non tra gli ufficiali).

Tutto parte da quella sciagurata sentenza 218/1994 della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla causa di una infermiera che si era vista obbligata a fare il test. La Corte ha dichiarato parzialmente incostituzionale l'articolo 5 della legge 135/1990 che ci tutelava.

Tuttavia, da quel caso di inizio anni '90 sono passati quasi 25 anni.
Nel 2013 i Ministeri della Salute è del Lavoro hanno fatto una circolare congiunta in materia:
http://www.quotidianosanita.it/governo- ... o_id=15087

Tuttavia, anche dove non c'è il test obbligatorio, rimane il problema, ovunque, del solito questionario sulle patologie a cui sei affetto e quali medicinali utilizzi.
Io semplicemente consiglierei prima di farsi assumere, poi semmai compilarlo correttamente dal medico del lavoro. Tanto, se il test non è obbligatorio, non possono accertarsi dello stato sierologico.
Ultima modifica di skydrake il giovedì 2 marzo 2017, 21:38, modificato 2 volte in totale.



flavioxx
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da flavioxx » giovedì 2 marzo 2017, 19:38

Di conseguenza l’esecuzione del test in via preventiva “dovrà essere giustificata dal livello di rischio individuale di esposizione, valutato caso per caso dal medico competente”.
 
in pratica se trovi un FDP sei fottuto

come quando ho presentato la documentazione (anamnesi) al medico della motorizzazione civile per rinnovo patente. Visto che c'era un contagio da LUE ho la validità triennale :twisted:



Blast
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da Blast » giovedì 2 marzo 2017, 20:03

Ma non è vero che devi fare il test hiv per svolgere le professioni mediche e sanitarie. Ma figurati


CIAO GIOIE

skydrake
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da skydrake » giovedì 2 marzo 2017, 20:37

L'attività ritenuta pericolosa era quella svolta da un'infermiera, ossia la ricorrente, sospesa dal servizio:
https://books.google.it/books?id=MCQxfI ... gQ6AEIIzAE

Ecco la sentenza della Corte Costituzionale:
http://www.giurcost.org/decisioni/1994/0218s-94.html

Nelle premesse:
"...diretto ad ottenere un provvedimento d'urgenza, in base all'art. 700 cod.proc. civ., che le consentisse di riprendere la normale attività lavorativa dopo essere stata cautelarmente sospesa dal servizio, ma non dalla  retribuzione, per essersi rifiutata di sottoporsi ad esami sanitari, presso la Divisione malattie infettive dell'Ospedale di Padova, diretti ad accertare l'esistenza o meno di infezione da HIV"

"...Riconosciuta legislativamente l'esistenza di attività e servizi che comportano rischi per la salute dei terzi, derivanti dall'essere gli operatori addetti portatori di una malattia diffusiva quale l'AIDS, ne segue la necessità, a tutela del diritto alla salute, di accertare preventivamente l'assenza di sieropositività per verificare l'idoneità all'espletamento dei servizi che comportano questo rischio e che non possono essere solo quelli inerenti alle attività degli addetti alle forze di polizia"

La sentenza finisce con dichiarare illegittimo l'articolo n.5 della 135 del 1990 nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di sieropositività all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attività che comportano rischi per la salute dei terzi.

Ma, come facevo notare prima, è una sentenza di quasi 25 anni fa.
Già dopo 10 anni si tendeva a restringere l'applicazione da tutti gli infermieri ad un strettissimo sottinsieme. Qui ad esempio riporto una discussione del 2002 su un forum di medici proprio su un infermiere neoassunto sieropositivo:
https://medicocompetente.it/forum/threa ... itario.htm

Riporto l'intervento più significativo:
"Carissimo raflauberto,
prima di ogni cosa ti ringrazio per aver raccolto il mio "appello". Voglio rispondere subito alle tue domande "cattive" (non mi sembrano poi così cattive) ma necessarie.
1) Il lavoratore è giunto alla mia osservazione non in visita preventiva ma in "prima visita" dato che è stato assunto senza che io fossi interpellata. Detto ciò ritengo che il lavoratore fosse sieronegativo fino a quattro mesi fa (si è offerto di mostrarmi l'ultimo test). Tale convinzione è rafforzata dal fatto che il lavoratore, dopo il primo momento di visibile shock, ha immediatamente accettato il mio intervento per indirizzarlo alla struttura di specialità.
2) La positività non è collegabile ad evento infortunistico (come inizialmente avrei potuto pensare dato che lo stesso aveva lavorato per due anni in un centro dialisi) infatti dopo un lungo colloquio volto ad indagare su tale evenienza ho finalmente saputo che lo stesso effettuava il test autonomamente in quanto omosessuale.

Chiarite le tue lecite curiosità voglio precisare che il giovane infermiere non è affetto da AIDS ma è "solo" siero positivo e peraltro totalmente asintomatico.

Concordo pienamente che nessun rischio per la collettività (pazienti e colleghi) è ipotizzabile se il nostro lavoratore effettua le normali attività di un infermiere professionale (concordo ulteriormente sulle eventuali perplessità per personale medico che pratica specialità chirurgiche o parachirurgiche).

Allo stato attuale ritengo vitali due questioni:
1) effetti dell'esposizione cronica diretta e indiretta ad antiblastici in un soggetto che è "teoricamente" (aspettiamo i risultati degli esami specialistici) immunodrepresso. Conosciamo bene gli effetti della immunodeficienza sull'insorgenza delle neoplasie.

2) effetti dell'esposizione accidentale ad agenti biologici per i quali è impossibile ulteriore protezione mediante vaccino (vedi TBC che è controindicata per gli ovvi motivi e HCV per altrettanti ovvi motivi).

In definitiva, dato per certo che il rischio zero non esiste è doveroso domandarsi: atteso che vengano poste in essere tutte le azioni volte a ridurre il rischio antiblastici (cappe a flussi laminari, mezzi di protezione per cute, mucose e vie respiratorie, procedure standardizzate per la preparazione delle terapie e per la somministrazione, etc etc) e lo stesso venga fatto per il rischio da agenti biologici, è il nostro operatore un soggetto "altamente suscettibile" rispetto alla "coorte" infermieri esposti? E se si, tale suscettibilità indviduale dovrebbe essere motivo di limitazioni rispetto alla mansione?

In verità mentre sul secondo punto ritengo che il rischio sia "accettabile" (considerato che il lavoratore non effettua manovre invasive "al buio" nè attività di assistenza ai tavoli operatori o alle sale parto), non sono altrettanto sicura sulla questione "esposizione ad antiblastici".


Da allora sono passati altri 15 anni.
Qui dentro sul forum c'è un operatore sanitario, Raven, dichiarata inabile dal medico del lavoro, ma verso inizio anni 2000.

Adesso il test dell'HIV pre-assunzione lo chiedono ancora, ma dietro consenso:
http://www.foruminfermieri.it/viewtopic ... Lh8qnLcnMI

Anche qui si parla di test pre-assunzione negli infermieri. A porre la domanda è uno studente di infermiera sieropositivo:
http://www.foruminfermieri.it/viewtopic ... ita#p47514

Da una parte gli fanno notare che:
Molte persone che hanno patologie lavorano e non sono discriminati. Diciamo che se vinci un concorso la sieropositività non è motivo di esclusione.
Se avere problemi di salute fosse motivo di esclusione dal lavoro allora la metà di noi sarebbe licenziato...."


Tuttavia, cercano di fargli capire questo:
"...personalmente, avendo lavorato in sala operatoria per circa 8 anni, ti posso confermare che ci sono ambiti in cui il rischio di puntura accidentale è maggiore che in altri. In quel caso, come sai, la prassi corretta è quella di fare denuncia dell'infortunio chiedendo al paziente con il quale ci siamo punti di acconsentire ad un prelievo ematico per determinare la presenza o meno di markers virali. In quel caso, potrebbe risultare che hai omesso la tua patologia in fase di assunzione.
Detto questo, sono convinto che non esista una risposta assoluta da darti, ma bisognerebbe entrare nel contesto mettendo molte cose sul piatto della bilancia. Come consiglio spassionato, mi verrebbe da dirti di orientarti verso lati della professione dove il rischio biologico sia meno pressante"


Da notare che tali osservazioni sono di dicembre scorso.



flavioxx
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da flavioxx » giovedì 2 marzo 2017, 22:05

:lol: :lol: :lol: siamo fottuti!

poi anche impugnare una sentenza in Cassazione e andare avanti da sputtanati non mica bello, neh!



Triumeq85
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da Triumeq85 » venerdì 3 marzo 2017, 23:34

Per farla semplice... in linea di massima nessuno (ad eccezione delle professioni "con le stellette") può chiederti le analisi per l'hiv ai fini dell'assunzione, né tu sei obbligato a riferire in tal senso, tuttavia nel caso in cui tu debba per qualche motivo farle, allora potrebbe presentarsi qualche problema di 'compatibilità' fra il lavoro svolto e la condizione di sieropositività.
Questa è un'ipocrisia tutta italiota, deprecabile, ma è giusto che tu ne tenga tutte le considerazioni sopra fatte in debito conto, per la scelta finale che riguarda unicamete te e le tue aspettative di vita e professionali.



fandoc8
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da fandoc8 » venerdì 3 marzo 2017, 23:50

Triumeq85 ha scritto:Per farla semplice... in linea di massima nessuno (ad eccezione delle professioni "con le stellette") può chiederti le analisi per l'hiv ai fini dell'assunzione, né tu sei obbligato a riferire in tal senso, tuttavia nel caso in cui tu debba per qualche motivo farle, allora potrebbe presentarsi qualche problema di 'compatibilità' fra il lavoro svolto e la condizione di sieropositività.
Questa è un'ipocrisia tutta italiota, deprecabile, ma è giusto che tu ne tenga tutte le considerazioni sopra fatte in debito conto, per la scelta finale che riguarda unicamete te e le tue aspettative di vita e professionali.
Grazie triumeq :) vedremo come si svolgeranno le cose . Che poi mi chiedo se uno che nella vita fa il chirurgo e si infetta? Che fa? Viene spostato ad altri incarichi? Un odontoiatria ad esempio? Boh mi informerò esattamente sulla possibile incompatibilità lavorativa anche se mi sembra strano. Quale è il vero rischio di infettare qualcuno se sono in terapia e caricare virale azzerata? A quanto so vicino allo zero

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Triumeq85
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da Triumeq85 » sabato 4 marzo 2017, 0:04

fandoc8 ha scritto:
Triumeq85 ha scritto:Per farla semplice... in linea di massima nessuno (ad eccezione delle professioni "con le stellette") può chiederti le analisi per l'hiv ai fini dell'assunzione, né tu sei obbligato a riferire in tal senso, tuttavia nel caso in cui tu debba per qualche motivo farle, allora potrebbe presentarsi qualche problema di 'compatibilità' fra il lavoro svolto e la condizione di sieropositività.
Questa è un'ipocrisia tutta italiota, deprecabile, ma è giusto che tu ne tenga tutte le considerazioni sopra fatte in debito conto, per la scelta finale che riguarda unicamete te e le tue aspettative di vita e professionali.
Grazie triumeq :) vedremo come si svolgeranno le cose . Che poi mi chiedo se uno che nella vita fa il chirurgo e si infetta? Che fa? Viene spostato ad altri incarichi? Un odontoiatria ad esempio? Boh mi informerò esattamente sulla possibile incompatibilità lavorativa anche se mi sembra strano. Quale è il vero rischio di infettare qualcuno se sono in terapia e caricare virale azzerata? A quanto so vicino allo zero

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Di certo se una persona lavora non può essere licenziata a causa della sua condizione di sieropositività (questo discorso vale anche per i militari), su questo stai tranquillo. Quanto alle domande che poni... sono assolutamente legittime, condivido la quello che dici!



Rob_Rob
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da Rob_Rob » sabato 4 marzo 2017, 0:19

Hmmmm.... mi sembra una faccenda complicata .....
Io ti continuo a dire di procedere per la tua strada in chirurgia..... ma senti un legale o un qualsiasi studente che si sta specializzando in medicina del lavoro (per rispiarmare $) ;)

E' giusto informarsi e vedere anche quale sono le leggi in Europa e in usa (dove non ci sono medici a sufficienza) nel caso dovessi emigrare .

Ho chiesto ad un mio amico qui e mi ha detto che le malattie transmissibili solo tramite sangue (eg hiv, hcv) non possono vincolare l'assunzione per infermieri e medici ma devono comunicarlo al medico del lavoro che deve mantenere la privacy. Nel caso non la mantenga non avrai piu' bisogno di lavorare perché l'ultimo caso di violazione della privacy per hiv ha ottenuto un risarcimento di 7 mln di dollari .

Sicuramente una cifra decente per andare in prepensionamento :lol:



pipotto
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Re: Presentazione e consiglio professionale

Messaggio da pipotto » sabato 4 marzo 2017, 7:27

fandoc8 ha scritto:
Triumeq85 ha scritto:Per farla semplice... in linea di massima nessuno (ad eccezione delle professioni "con le stellette") può chiederti le analisi per l'hiv ai fini dell'assunzione, né tu sei obbligato a riferire in tal senso, tuttavia nel caso in cui tu debba per qualche motivo farle, allora potrebbe presentarsi qualche problema di 'compatibilità' fra il lavoro svolto e la condizione di sieropositività.
Questa è un'ipocrisia tutta italiota, deprecabile, ma è giusto che tu ne tenga tutte le considerazioni sopra fatte in debito conto, per la scelta finale che riguarda unicamete te e le tue aspettative di vita e professionali.
Grazie triumeq :) vedremo come si svolgeranno le cose . Che poi mi chiedo se uno che nella vita fa il chirurgo e si infetta? Che fa? Viene spostato ad altri incarichi? Un odontoiatria ad esempio? Boh mi informerò esattamente sulla possibile incompatibilità lavorativa anche se mi sembra strano. Quale è il vero rischio di infettare qualcuno se sono in terapia e caricare virale azzerata? A quanto so vicino allo zero

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non ho commento fino ad ora xche tutto mi sembrava (a mio modo di vedere ovvio) nella norma ma or rispondo a quello che ho evidenziato sopra:

se vieni assunto e x un qualsiasi motivo in un certo periodo della tua bellissima vita lavorativa, arriva un blip viremico e nel mentre effettui una operazione chirurgica succede il 48?

ovvio che non sto dicendo che devi azzerare tutti i tuoi desideri mai farlo, ma "non credo" sia cosi facile fare una certa professione con il nostro problema



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