Ricardo Sobhie Diaz, Federal University di São Paulo, ha tenuto oggi alla Conferenza Mondiale di Amsterdam una presentazione orale relativa alla sperimentazione clinica condotta in Brasile sulla combinazione di auranofin e nicotinamide: Auranofin plus nicotinamide impact HIV reservoir among ART suppressed HIV individuals.
Gli aggiornamenti rispetto ai risultati presentati a Milano e a Miami a fine anno scorso sono che
- 1. si ha la conferma che la combinazione dei due farmaci per 48 settimane insieme alla ART intensificata con dolutegravir e maraviroc (Gruppo 6), oltre ad essere stata ben tollerata, ha comportato una diminuzione del reservoir di DNA provirale, sia nei CD4 del sangue, sia nei tessuti del retto - un risultato che non si è verificato in nessuno degli altri gruppi dello studio;
2. la combinazione di auranofin e nicotinamide ha anche comportato la diminuzione di un importante marker di infiammazione - il CD38 - che è presente sia sui CD4, sia sui CD8.
Diaz ha presentato anche dei dati preliminari dopo 3 somministrazioni di un vaccino terapeutico basato sulle cellule dendritiche dei singoli partecipanti (Gruppi 5 e 6), in cui si sarebbe visto un certo impatto sul reservoir, ma mi sembrano informazioni ancora troppo immature perché sia il caso di parlarne.
Unica nota stonata in una presentazione finalmente molto incoraggiante: mentre Diaz dice nelle conclusioni che una sospensione dei trattamenti è programmata come sviluppo futuro del trial, due partecipanti - uno del Gruppo 5 e uno del 6 - hanno interrotto la ART di loro volontà e hanno avuto un rebound della viremia e un corrispondente aumento del reservoir. A me sembra che ci dovrebbe essere una maggior collaborazione fra ricercatori e partecipanti in un trial così delicato e complesso.
La combinazione fra la diminuzione del DNA provirale e del marker di infiammazione CD38 in chi ha ricevuto auranofin + nicotinamide mi è parsa molto interessante, quindi ho chiesto un commento ad Andrea Savarino, presente ad Amsterdam in qualità di padre di questa strategia anti-linfoproliferativa come via di cura dell'infezione da HIV.
● Anzitutto, complimenti! In una Conferenza Mondiale che ha visto il sonoro fallimento del RIVER trial, l'inattesa cattiva riuscita dell'anticorpo anti-α4β7 nelle scimmie e del vedolizumab negli uomini, e che sembra particolarmente povera di risultati sulla cura, questa tendenza a veder diminuire sia il reservoir sia l'infiammazione accende una bella luce sulla tua strategia antiproliferativa. Puoi spiegarci in che senso le due cose si implicano l'una con l'altra?
Sì. Certo! Il reservoir di HIV, per essere mantenuto, ha bisogno di proliferare. Altrimenti una certa quota di cellule infettate progressivamente morirebbero, specie quando il virus si riattiva, e non potrebbero più essere rimpiazzate. A Miami otto mesi fa ho mostrato una simulazione matematica che indicava come protraendo nel tempo uno stimolo antiproliferativo si sarebbe potuto portare il reservoir virale al di sotto di una certa soglia. Questa simulazione era basata su dati derivati da questo clinical trial, in particolare il braccio trattato con auranofin e ART intensificata a cinque mesi dall'inizio del trattamento. Ora i dati mostrano come mantenendo lo stimolo antiproliferativo intensificato con la nicotinamide per 12 mesi si possa portare il DNA virale a livelli molto bassi, in qualche caso non rilevabili. Questo non vuol assolutamente dire che abbiamo una cura già in mano, ma che l'approccio è promettente e che val la pena continuare su questa strada.
● Adesso che succede? Come pensate di procedere?
Ricardo sta pensando di fare alcune sospensioni di terapia. Che succederà è molto difficile da predire. Io, dal mio punto di vista, posso dirmi soddisfatto. Sono stati riprodotti in esseri umani alcuni dei dati che ottenni nei macachi ed il farmaco su cui sto puntando (auranofin) si è anche mostrato ben tollerato in persone con HIV e terapia antiretrovirale. Penso però dal canto mio che l'attività antiproiferativa debba essere intensificata in modo più energico. Questo sarà la base della sperimentazione clinica che sto pianificando con l'aggiunta di BSO, un chemioterapico sperimentale che addizionato ad auranofin risultò nei macachi in una sorta di élite control a seguito di sospensione della terapia antiretrovirale.



