STREGONI, CIARLATANI, FUFFARI. O DEL MONDO ALLA ROVESCIA

Dedicato alle altre realtà che, a vario titolo, si occupano di HIV.
Tarek
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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Tarek » sabato 20 settembre 2014, 14:02

Anche io concordo con Dora su tutto



Dora
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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » domenica 21 settembre 2014, 8:03

Dora ha scritto:Questa operazione intimidatoria nei confronti di Myles Power si inserisce in una strategia che i negazionisti di Rethinking AIDS e organizzazioni satellite stanno attuando ormai da qualche tempo: non avendo alcuna credibilità scientifica e non riuscendo ad avere accesso a un “dibattito” con nessun ricercatore serio, ma avendo invece grandi disponibilità economiche, sono passati alle vie legali e cercano di colpire i blogger e gli attivisti che li contrastano, dentro e fuori la Rete.

Ecco così le cause per diffamazione o per violazione del copyright che, benché palesemente ingiuste e infondate (frivolous - vengono definite nel sistema giuridico statunitense), possono durare anni e costare molto denaro.

In questo momento l’OMSJ (Office of Medical and Scientific Justice - proprio così, ahimè) e il suo presidente, l’ex poliziotto Clark Baker, hanno in corso una causa contro l’attivista gay HIV positivo Todd DeShong, che ha osato svergognare nel suo blog le infinite menzogne raccontate da Baker. Todd ha però dalla sua parte, oltre alla verità, ben quattro fra i migliori avvocati degli Stati Uniti, che lo difendono pro bono dopo che il sito Popehat ha lanciato un appello ai legali che si occupano di difendere i diritti civili violati negli Stati Uniti.
Al mio amico Todd va tutta la mia solidarietà, nella piena fiducia che questa orribile vicenda si concluderà con la disfatta di Baker e dell'OMSJ.

Le cause intentate dai negazionisti finiscono regolarmente per ritorcersi contro di loro e il caso più clamoroso è il doppio fallimento della causa intentata dalla giornalista negazionista Celia Farber contro Richard Jefferys. Ma hanno l’effetto di far perdere moltissimo tempo a chi le subisce, di incidere sulla sua salute e di spaventare gli altri attivisti.

A Myles, che sta da giorni dimostrando di essere di tempra forte, auguro di non doversi trovare in causa con personaggi di tal fatta. Ma, se accadrà, sono certa che troverà avvocati pronti a difenderlo pro bono, perché il sopruso che sta subendo è così assurdo che ha scatenato l'immediata solidarietà della Rete, del mondo scientifico e del mondo dell'attivismo.
Dal momento che questo thread è stato risvegliato, ne approfitto per comunicare a tutti una notizia che immagino non giungerà come una sorpresa a nessuno che segua le vicende del negazionismo dell'HIV/AIDS:
  • anche la causa intentata da Clark Baker (OMSJ) contro Todd DeShong si è risolta in una IRRIMEDIABILE DISFATTA per Baker, l'OMSJ, i suoi finanziatori e ispiratori.
Chi desiderasse leggerne i particolari, trova tutto (e troverà anche altro nelle prossime settimane) in HIV Innocence Group Truth, il blog di Todd, nei post da metà agosto in poi.
Una sintesi, in Popehat: Popehat Signal Update: Dream Team Victory In Texas.



Dora
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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » domenica 28 settembre 2014, 5:33

TRY IT AGAIN HENRY


La tattica principale per acquisire visibilità seguita dal gruppo di negazionisti dell’HIV/AIDS che fa capo a Rethinking AIDS è divenuta in questi ultimi anni quella di portare in tribunale chi li contrasta, denunciandolo per diffamazione o, negli Stati Uniti, di assumere la difesa di persone accusate di aver trasmesso l’HIV, sostenendo che non possono aver trasmesso un virus che non esiste/che non è mai stato *purificato* e che è stato loro diagnosticato in modo fraudolento.
Perdono sempre, l’abbiamo visto, con conseguenze drammatiche per i loro assistiti, che avrebbero meritato una difesa appropriata invece dei deliri pseudoscientifici di poliziotti in pensione.

Di tanto in tanto, però, ancor oggi si riaffaccia la loro tattica originaria: il tentativo di pubblicare articoli su riviste scientifiche peer reviewed, con l’obiettivo di diffondere le loro idee attraverso i canali della letteratura scientifica, cioè di dare loro una patente di scientificità, facendo credere che il dibattito sul ruolo causale dell’HIV nella patogenesi dell’AIDS sia ancora aperto.

L’ultima volta questo è accaduto fra il 2009 e il 2011, quando tentarono di pubblicare in Medical Hypotheses un articolo di Peter Duesberg e David Rasnick in cui si negava che in Africa ci sia un’epidemia di AIDS utilizzando “ragionamenti” epidemiologici del tutto fantasiosi – ad esempio, che non era possibile che in Sud Africa molte persone stessero morendo di AIDS, perché negli ultimi anni la popolazione di quel paese era aumentata (cfr. Ben Goldacre, Medical Hypotheses fails the Aids test).
Questo scatenò polemiche a non finire, che portarono al ritiro dell’articolo, al licenziamento del direttore della rivista e all’imposizione da parte dell’editore, Elsevier, di una peer review che fino ad allora era mancata.

Ma Duesberg e colleghi non si diedero per vinti e nel 2011 riuscirono, aggiungendo come autore dell’articolo solo leggermente rimaneggiato un Marco Ruggiero che era nel frattempo stato cooptato nel board di Rethinking AIDS, a pubblicare lo stesso materiale in una rivista il cui editore è l’Università di Firenze: il famigerato Italian Journal of Anatomy and Embryology (cfr. Snout, AIDS denialism at the Italian Journal of Anatomy and Embryology e More pseudoscholarship from the Italian Journal of Anatomy and Embryology).

Le reazioni indignate della comunità scientifica e degli attivisti non si fecero attendere e furono raccolte in una serie di articoli su Nature News and Comment (cfr. qui, qui e qui), portando all'abbandono del comitato di redazione dell'IJAE da parte di due membri, infuriati con le politiche editoriali del direttore, Paolo Romagnoli, e a una lettera alla rivista da parte di due reputati scienziati, che gli autori dell'articolo avevano ringraziato come "collaboratori", ma che proprio non ci tenevano a stare in siffatta squalificante compagnia (la pessima abitudine di cooptare i nomi di scienziati per bene per darsi una patina di rispettabilità la si ritrova anche nell'articolo di cui parliamo oggi, che nell'elenco di scienziati "critici dell'ipotesi HIV/AIDS" aggiunge a sua insaputa James Chin, che tutto potrebbe essere, tranne che un negazionista).

Fra le reazioni all'articolo sull'IJAE, non posso non ricordare la nostra lettera al Rettore dell’Università di Firenze, che portò a un’inchiesta universitaria sulle attività di Marco Ruggiero, i cui esiti furono il radicale ridimensionamento dell’autonomia accademica del professor Ruggiero, con la sua messa di fatto sotto tutela nella scelta degli argomenti dei corsi e delle tesi di laurea, e il suo deferimento all’Ordine dei Medici, che proprio di recente l’ha sanzionato, sospendendolo dall’esercizio della professione.

Bene, non contenti della debacle del 2012, i negazionisti di Rethinking AIDS oggi ci riprovano.

A provarci è una psicologa che insegna Health and Kinesiology presso la Texas A&M University, Patricia Goodson, più nota per una serie di pubblicazioni in cui studia l’astinenza dal sesso fuori dal matrimonio e l’aborto che per le sue competenze nel campo dell’epidemiologia o della virologia, ma che già nel 2012 aveva tentato di fare uno studio (finito in niente, a quanto pare, perché l’università non gliel’ha finanziato) sulle “Decisioni di interrompere (o mai iniziare) i trattamenti farmacologici per l’infezione da HIV: uno studio pilota sui Long-Term Non Progressors (LNTP)”, per il quale aveva cercato di reclutare pazienti fra i simpatizzanti di Rethinking AIDS, mettendo così in fibrillazione sia il presidente dell'associazione, David Crowe, sia un altro alto esponente del gruppo, il cacciatore di Nessie di Lochness Henry Bauer.

Goodson ha pubblicato un paio di giorni fa un articolo – Questioning the HIV-AIDS hypothesis: 30 years of dissent – in cui vengono riproposti i temi triti e ritriti e innumerevoli volte confutati del negazionismo dell’HIV/AIDS.
La pubblicazione, immediatamente salutata nei commenti a piè di pagina proprio da Henry Bauer, avviene in Frontiers in Public Health, una rivista di un gruppo svizzero che fa capo a Nature e che pubblica una serie di Frontiers in …, che sono open access e sostengono di essere regolarmente peer reviewed, ma sulle quali si stanno da tempo addensando molti legittimi dubbi.
Ed è lecito pensare che la peer review adottata da Frontiers in Public Health per valutare l’articolo di Patricia Goodson non sia fondamentalmente diversa da quella adottata presso l’Italian Journal of Anatomy and Embryology.

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La reazione della comunità scientifica, anche in questo caso, è stata rapida: in Aetiology, il blog che cura per il sito di Science, Tara Smith ha scritto venerdì un post, esasperato dalla noia di dover ancora una volta riaffrontare questioni che si pensavano risolte da anni: HIV denial: alive and well in 2014.
Qui ci viene raccontato che i presunti peer reviewers dell’articolaccio di Patricia Goodson sono, proprio come l’autrice dell’articolo, privi di qualsiasi competenza in epidemiologia e in virologia. Vengono inoltre sottolineati alcuni degli aspetti che rendono il lavoro di Goodson pura spazzatura pseudoscientifica.

Subito è intervenuta nei commenti una portavoce del Nature Publishing Group, per spiegare che loro non c’entrano nulla con i contenuti pubblicati nelle riviste di Frontiers.

E sarà anche così, forse Nature davvero non ha voce in capitolo. Sta di fatto, però, che passano poche ore e dall’Editorial Office di Frontiers arriva uno Statement of concern sull'articolo, dal quale apprendiamo che

  • The article "Questioning the HIV-AIDS hypothesis: 30 years of dissent" (Goodson 2014), was accepted for publication on the 7th September 2014. In its duty to publish responsibly, and in light of numerous complaints received about the paper, Frontiers has launched an investigation, the outcome of which will be made public once all adequate procedures have been completed. September 26, 2014. Frontiers Editorial Office, Lausanne, Switzerland


Sì, hanno buone ragioni per essere preoccupati e investigare sul pasticcio che hanno combinato. Potevano pensarci prima, però.

Anche a Retraction Watch hanno qualcosa da dire e in un post intitolato Publisher issues statement of concern about HIV denial paper, launches investigation, raccontano brevemente la vicenda, e in più segnalano che Frontiers ha qualche serio problema da risolvere oltre a quello della scelta dei revisori e a quello della pubblicazione di robaccia antiscientifica, perché ha ritrattato un articolo cedendo davanti alle minacce dei negazionisti del cambiamento climatico (si tratta di Recursive Fury di Stephan Lewandowsky, del quale abbiamo parlato qui e qui e la cui ritrattazione ha comportato, a valanga, le dimissioni di tre professori universitari che prestavano la loro opera come editors a Frontiers - curiosamente, uno di questi è il professor Ugo Bardi, dell'università di Firenze):



E, sempre in riferimento alla gestione poco seria delle revisioni paritarie da parte delle riviste di Frontiers, si potrebbe poi anche ricordare il lavoro di Marco Ruggiero, Stefania Pacini e Jeff Bradstreet su un metodo per diagnosticare l'autismo cercando anomalie cerebrali mediante ultrasonografia: uscì su Frontiers in Human Neurosciences lo scorso gennaio e, come ricorda "herr doktor bimler" nel suo commento di oggi al post di Tara Smith,

  • can best be described as ‘contentious’.


E per diverse ragioni, non ultima il fatto che i risultati del processo con gli ultrasuoni vengono trattati con Photoshop (non una inezia, ma un peccato mortale, che non deve trovare spazio in una pubblicazione scientifica). Inoltre, i revisori di quel lavoro hanno scritto in seguito un commento all'articolo raccomandandone la lettura a chiunque se lo fosse perso e risultano essere associati l'un l'altro da ricerche/affari comuni. Difficile far credere che abbiano espresso una valutazione onesta e disinteressata.
Ah, e poi c'è anche il fatto che il socio dei Ruggiero, Bradstreet - come abbiamo già avuto modo di ricordare - è un "chirurgo militare creazionista, pensionato dalla Marina americana e titolare di un centro di terapie pediatriche dell’autismo che comprendono esorcismo, chelazione e camera iperbarica" ed è arrivato addirittura a proporre la castrazione chimica per "curare" l'autismo. Da qualche tempo è anche lui un propugnatore del GcMAF.


La disponibilità a pubblicare certi lavori conduce una rivista direttamente nell'universo parallelo dei predatory journals e a Frontiers forse stanno cominciando a capirlo.

Qualcosa mi dice che non accadrà come per la truffa di Yamamoto. No, non credo proprio che dovremo attendere 5 anni per veder ritrattare l’articolo di Patricia Goodson.


Try it again Henry.



Dora
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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » sabato 14 febbraio 2015, 9:30

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*PASSARE IL SEGNO*

IL CONFINE FRA SCIENZA E PSEUDOSCIENZA TALVOLTA È SOTTILE E MOLTO DIFFICILE DA INDIVIDUARE.
MA QUESTA VOLTA PROPRIO NO, LA DEMARCAZIONE ERA UN GIOCO DA RAGAZZI.
UN GIOCO CHE A FRONTIERS HANNO DECISO DI GIOCARE SPORCO.


Temo di avere peccato di ottimismo. Speravo e pensavo che a Frontiers avrebbero preso sul serio il rischio che una rivista scientifica e un editore corrono quando pubblicano robaccia pseudoscientifica, ma deve essermi sfuggito qualche elemento importante.

Eravamo rimasti a fine settembre, quando uno Statement of Concern da parte dell’editore Frontiers (ora cancellato, ma nella sua frase principale ancora leggibile qui) prendeva atto della serietà dell’impatto che “l’indebolimento del legame fra HIV e AIDS può avere sulla salute pubblica” e prometteva un’indagine sull’articolo negazionista di Patricia Goodson.

Dopo un’indagine che ha preso ben quattro mesi e in cui l’editore ha cercato il consiglio esperto dei capiredattori delle sezioni HIV e AIDS di Frontiers in Public Health, la rivista su cui è uscito l’articolo di Goodson, e di Frontiers in Immunology, la rivista su cui diversi ricercatori nel campo dell’HIV/AIDS di cui ci è capitato di occuparci hanno pubblicato i loro lavori, la decisione è stata la seguente:

  • - l’articolo “Questioning the HIV-AIDS hypothesis: 30 years of dissent” è stato declassato da “articolo su ipotesi e teorie” ad “articolo di opinione”, che rappresenta il punto di vista di una persona – questo comporta che non venga più indicizzato da PubMed;
    - è stato chiesto a Seth Kalichman di scrivere un commento all’opinione personale della dottoressa Goodson, per “discutere le preoccupazioni e analizzare il punto di vista all’interno di un discorso scientifico sull’argomento”.



Dal mio personale punto di vista, questa soluzione si delinea come un trucco da illusionisti ed è assai inquietante per le sue inevitabili implicazioni.

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Cercare una mediazione a tutti i costi non è sempre una strategia intelligente e con i negazionisti probabilmente non lo è mai – ne abbiamo avuto un esempio inequivocabile nella fallimentare strategia di compromesso attuata dall’Università di Firenze nei confronti di Marco Ruggiero.

Se Frontiers desidera continuare ad essere un editore di riviste scientifiche, la pubblicazione – per quanto declassata a opinione personale – di una summa del pensiero negazionista sull’HIV/AIDS dimostra quanto sia confuso questo editore riguardo alla questione (non eludibile) della demarcazione fra scienza e pseudoscienza, fra scienza e ciarlataneria.

E che l’articolo di Goodson di scientifico non abbia nulla lo può capire chiunque abbia una certa dimestichezza con i trucchi usati nelle pseudoscienze per darsi una patina di scientificità, buona solo per confondere gli inesperti: dalla ripresa di argomentazioni, spacciate per verità assodate mentre sono state confutate da decenni già centinaia di volte, all’uso distorto delle citazioni; dalla scelta selettiva delle “evidenze”, con la soppressione delle prove contrarie e la scelta di dati che paiono confermare le ipotesi di partenza, alla citazione dei soli autori negazionisti, con la magica cancellazione di trent’anni di ricerca sull’HIV/AIDS.

Non ci vuole un grande esperto per capire che l’articolo di Goodson è esattamente quel tipo di “robaccia pseudoscientifica” da cui un editore serio dovrebbe tenersi lontano come dalla peste.
Eppure a Frontiers hanno preferito cercare un compromesso disonorevole piuttosto che sconfessare i peer reviewers e semplicemente gettare il lavoro della dottoressa Goodson fra la spazzatura cui appartiene.

Perché?

Il chief editor di Frontiers in Immunology esperto di HIV/AIDS interpellato dall’editore ha davvero ritenuto che quella robaccia negazionista potesse continuare a comparire accanto agli articoli che trattano di scienza dell’HIV? Oppure la sua opinione è stata cestinata? In tal caso, si è forse dimesso?

E che cosa dobbiamo pensare di un editore che pubblica un lavoro negazionista sull’HIV/AIDS quando quello stesso editore cede alle pressioni dei negazionisti climatici, ritrattando l’articolo Recursive Fury di Stefan Lewandowsky?

Che cosa dobbiamo pensare di un editore che pubblica Ruggiero, Pacini e Bradstreet, che diagnosticano l’autismo attraverso immagini photoshoppate e senza dichiarare i conflitti di interesse con la Immuno Biotech, che produce la pretesa “cura” dell’autismo da loro propugnata? E che dire dei rapporti di interesse non dichiarati fra gli autori e gli entusiastici revisori paritari?

Non sono un po’ troppe ormai le strizzate d’occhio che Frontiers fa al mondo delle pseudoscienze?

Aggiungiamo a questo che anche la revisione paritaria di articoli scientifici fa acqua da tutte le parti. Un esempio ce lo fornisce la pubblicazione – proprio su Frontiers in immunology! – dell’articolo di Andrieu sul vaccino franco-cinese, in cui ai revisori è “sfuggito” che i dati sugli esperimenti sono stati pubblicati in modo incompleto e che i dati mancanti sono – ma che strano – proprio quelli che potrebbero inficiare la pretesa efficacia protettiva del vaccino sulle scimmie.
E vogliamo ricordare che quegli stessi revisori così distratti pubblicarono, sempre su Frontiers in Immunology, un commento in cui magnificavano il lavoro di Andrieu per essere così brillantemente “out-of-the-paradigm” e sollecitavano finanziamenti per quest’opera di genio?
Ora Guido Silvestri sta rifacendo la sperimentazione: se confermerà i risultati di Andrieu, la svista dei revisori sarà soltanto una pecca formale. Ma se non riuscirà a confermarli, significherà che saranno stati spesi inutilmente tanto tempo e tanto denaro che sarebbero potuti essere impegnati in ricerche più proficue.
Senza contare il clamore mediatico sollevato da giornalisti che confondono elisir con cocktail e stimolano false speranze nei malati e illusioni nei sani.

A Frontiers si stanno prendendo delle responsabilità enormi nel promuovere spazzatura pseudoscientifica e lavori scientifici mal controllati.
Non se ne rendono conto?
Oppure è proprio quello che vogliono?
Cancelliamo le frontiere - ché fa tanto cittadini del mondo - e apriamo le porte a ogni cialtroneria pseudoscientifica dei tanti Goodson che scalpitano per pubblicare?




*************************

L'iniziativa presa nei confronti della pubblicazione dell'articolo di Patricia Goodson è raccontata nel thread Frontiers in Public Health e gli obblighi dell'open access.



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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da rospino » sabato 14 febbraio 2015, 11:50

Hai ragione su tutta la linea, Dora.
Colgo l'occasione per restare in tema dicendo che qualche giorno ho potuto apprezzare quanto grande sia l'impegno di persone come Myles Power nel debunking del negazionismo, anche su YouTube.
A partire da quello di "House of numbers" che ho avuto modo di apprezzare tantissimo in tutta la serie di video che ha pubblicato a partire dal primo: https://www.youtube.com/watch?v=3-XFeClWlWY



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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » sabato 14 febbraio 2015, 16:41

rospino ha scritto:Colgo l'occasione per restare in tema dicendo che qualche giorno ho potuto apprezzare quanto grande sia l'impegno di persone come Myles Power nel debunking del negazionismo, anche su YouTube.
A partire da quello di "House of numbers" che ho avuto modo di apprezzare tantissimo in tutta la serie di video che ha pubblicato a partire dal primo: https://www.youtube.com/watch?v=3-XFeClWlWY
Sono d'accordo, Rospi. Anche secondo me Myles è proprio bravo e la serie di video di critica ad HoN è fatta molto bene.
Purtroppo, le stesse persone che sono dietro quel documentario - Rethinking AIDS - sono riuscite ad aprirsi una porta attraverso Frontiers verso l'editoria scientifica peer reviewed e contro queste strategie il debunking non è lo strumento appropriato.

Io spero che lo stupido compromesso adottato dall'editore sia la goccia che fa traboccare il vaso e che porterà finalmente all'iscrizione di Frontiers nella lista di predatory journals/editors di Jeffrey Beall: stare lì dentro è un'onta per qualsiasi ricercatore che abbia un minimo di amor proprio e tenga al suo curriculum e potrebbe far perdere a Frontiers un gran numero di autori.

Nei prossimi giorni, spero prima del CROI anche se non sono sicura di farcela, vorrei capire come i tre chief editors di Frontiers in Immunology, che mi pare siano persone per bene - Nina Bhardwaj, John de Wit e Frank Miedema- possano aver consigliato all'editore una soluzione così scellerata. E, in caso l'abbiano invece subita, perché non si siano dimessi.
Non si sentono molto a disagio a condividere lo stesso spazio editoriale con la spazzatura della Goodson? Che tipo di linea pensano di seguire in futuro?



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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » venerdì 23 ottobre 2015, 6:29

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“We have to remember that there’s still a lot of harm that comes from AIDS denialism”. (Seth Kalichman)

Segnalo qui un articolo uscito ieri su Gizmodo: una storia del negazionismo dell'HIV/AIDS e dei danni irreparabili che ha causato.



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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da Dora » lunedì 21 marzo 2016, 6:27

VALDO VACCARO, DOMENICO MASTRANGELO, l'ultima generazione dei negazionisti


Ormai i negazionisti dell’‪HIV‬/AIDS‬ hanno raggiunto un livello così infimo di rimasticazione di idiozie pseudoscientifiche smentite migliaia di volte, che bastano ‪‎Le Iene‬ a sbugiardarli.
LOL!
Ma, dopo le risate, si impone una domanda: perché le associazioni di lotta all’HIV/AIDS non erano allo show milanese di Vaccaro e Mastrangelo a tirare pomodori marci? Paura di sporcarsi le mani? Sottovalutazione dei danni che la propaganda negazionista fa sia alle persone HIV+ che non si curano, sia alle persone HIV- che hanno comportamenti a rischio e non fanno i test? O neppure sapevano?
Pensano di comportarsi con Mastrangelo come si comportarono per anni con Ruggiero?

Cliccare sull'immagine per vedere il servizio:

Immagine


Come credo di aver detto già molte volte, per me la credibilità giornalistica delle Iene vale meno di zero, ma la domanda finale di Nadia Toffa a Mastrangelo mi sento di condividerla completamente: ma lei che ci fa nell'Ordine dei Medici?



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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da uffa2 » lunedì 21 marzo 2016, 10:14

«Ecco fatto, gratta il Peppone e troverai il Pepito»
L’ho sempre detto: la cultura classica salverà il mondo, ed è infatti a un classico (il racconto “Vincita Sisal” scritto da Giovanni Guareschi nel 1952) che dobbiamo questa illuminante guida filosofica e scientifica.
«gratta il Peppone e troverai il Pepito» dice il Don Camillo disegnato dal grande Guareschi, gratta lo “scienziato critico” e troverai il negazionista, gratta il negazionista e troverai il fan dell’olio di serpente (qui sotto le spoglie di “probiotici, prebiotici, vitamina C anche dieci grammi al giorno, antiossidanti”).

Le Iene, sulle quali non cambio opinione, inseguendo le indicazioni dell’ufficio marketing di Publitalia e battendo il ferro dell’aidiesse finché fa audience, questa volta l’hanno imbroccata giusta, e hanno mostrato cosa c’è dietro agli umanissimi medici che preoccupandosi di noi lastricano di illusioni la nostra strada verso la morte.
La signorina Toffa, pure lei, ne ha detta una giusta, chiedendoci cosa ci fa il Mastrangelo nei registri dell’Ordine dei Medici di Siena.
Ce lo chiediamo pure noi.
Gente del genere andrebbe radiata dagli Ordini appena inizia a spargere il suo veleno, senza attendere le Iene.
Ora, speriamo tutti che qualcuno faccia il proprio dovere, tenga fede al Giuramento di Ippocrate e alle proprie responsabilità verso la Repubblica e faccia quel che deve per difendere la vita dei singoli e la sanità pubblica privando con ignominia questo signore della possibilità di usare il titolo di medico.


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Re: I NEGAZIONISTI DELL'HIV/AIDS CONTRO IL VLOGGER MYLES POW

Messaggio da rospino » lunedì 21 marzo 2016, 10:22

Questo dimostra al grande pubblico
uffa2 ha scritto:«Ecco fatto, gratta il Peppone e troverai il Pepito»
L’ho sempre detto: la cultura classica salverà il mondo, ed è infatti a un classico (il racconto “Vincita Sisal” scritto da Giovanni Guareschi nel 1952) che dobbiamo questa illuminante guida filosofica e scientifica.
«gratta il Peppone e troverai il Pepito» dice il Don Camillo disegnato dal grande Guareschi, gratta lo “scienziato critico” e troverai il negazionista, gratta il negazionista e troverai il fan dell’olio di serpente (qui sotto le spoglie di “probiotici, prebiotici, vitamina C anche dieci grammi al giorno, antiossidanti”).

Le Iene, sulle quali non cambio opinione, inseguendo le indicazioni dell’ufficio marketing di Publitalia e battendo il ferro dell’aidiesse finché fa audience, questa volta l’hanno imbroccata giusta, e hanno mostrato cosa c’è dietro agli umanissimi medici che preoccupandosi di noi lastricano di illusioni la nostra strada verso la morte.
La signorina Toffa, pure lei, ne ha detta una giusta, chiedendoci cosa ci fa il Mastrangelo nei registri dell’Ordine dei Medici di Siena.
Ce lo chiediamo pure noi.
Gente del genere andrebbe radiata dagli Ordini appena inizia a spargere il suo veleno, senza attendere le Iene.
Ora, speriamo tutti che qualcuno faccia il proprio dovere, tenga fede al Giuramento di Ippocrate e alle proprie responsabilità verso la Repubblica e faccia quel che deve per difendere la vita dei singoli e la sanità pubblica privando con ignominia questo signore della possibilità di usare il titolo di medico.
La domanda è anche: a cosa serve l'Ordine dei medici se non è in grado di intervenire per sanzionare personaggi che si pongono totalmente in contrapposizione con i principi che l'Ordine dei medici dovrebbe tutelare?



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