Ma questa è l'estate dei fuochi d'artificio!!
L'inchiesta di Duccio Facchini per Altreconomia continua con la scoperta che Vaxxit srl si allarga, si espande, varca i confini e arriva in Canada, in Sud Africa ... agli antipodi (manca solo Guernsey e rischiamo che nel cerchio magggico pontino venga inclusa pure la Immuno Biotech Ltd di Noakes e Ruggiero).
Segue, inoltre, le suggestioni lanciate trasversalmente da Twin e l'invito a occuparsi del “Disciplinare per partecipazione dell'ISS e suo personale ad iniziative spin-off” (missione compiuta, Twin! peccato che la difesa d'ufficio del presidente Oleari non sia valsa a evitare il commissariamento dell'ISS).
Ora, poi, che la compartecipazione di Marcotullio a Vaxxit è confermata da questa inchiesta, si fa sempre meno credibile l'innocenza delle associazioni nel loro ruolo di ufficio stampa della dottoressa Ensoli e fustigatrici degli scienziati che hanno l'ardire di esprimere perplessità.
Che schifo, eh!? - Opinione personale di Dora
Vaccino anti-Aids, la vicenda varca i confini
Dal Delaware al Canada, passando per la Nuova Zelanda e il Sud Africa. A 16 anni dall'annuncio, lo stato dell'arte del "vaccino" anti Aids in seno all'Istituto superiore di sanità continua a mutare. Così come la compagine societaria della Vaxxit Srl, che oggi vede al proprio interno ricercatori, fondi internazionali ed esponenti del mondo associativo
La rotta del cosiddetto “vaccino” italiano anti Aids tocca un nuovo approdo, anzi tre. Lo Stato Usa a fiscalità agevolata del Delaware, la cittadina neozelandese di Taupo e la seconda città del Canada, Montreal. È qui, infatti, che hanno dichiarato il domicilio tre degli otto nuovi soci di una piccola società chiamata “Vaxxit Srl”.
(...) Ed ecco l’ultimo anello. La
compagine sociale della Vaxxit Srl (10mila euro il capitale sociale con Barbara Ensoli al 70% e 3 I Consulting Srl al 30%)
è nel frattempo cambiata [
rispetto a quanto emerso dall'inchiesta di Facchini dello scorso maggio]. È importante tenere a mente le date. Come detto il 4 marzo 2014 il cda dell’ISS giudica “coerente” la costituzione della Vaxxit Srl con il disciplinare spin-off. Appena tredici giorni dopo,
il 17 marzo 2014, otto nuovi soggetti entrano nella società, andando ad aggiungersi a Barbara Ensoli e alla controllata per l’80% da Giovanni Battista Cozzone. Lo fanno con quote minime, non oltre l’1%.
C’è
Fabrizio Ensoli (0,5%), fratello di Barbara, già responsabile del Laboratorio sperimentazioni cliniche vaccinali dell’
Istituto San Gallicano di Roma -che si è occupato in passato anche dell’analisi dei dati relativi alla prima fase del vaccino preventivo- nonché “responsabile” del contratto di servizio tra San Gallicano, ISS e ministero della Sanità del Sud Africa dentro il “programma di sostegno” per una “risposta globale all’Hiv/Aids”.
C’è
Paolo Monini (0,5%), primo ricercatore all’Istituto superiore di sanità, domiciliato in Sud Africa proprio per seguire una parte della ricerca in qualità di “Scientific Advisor al Direttore” Barbara Ensoli.
C’è
Aurelio Cafaro (0,5%), anch’egli ricercatore dell’equipe di Barbara Ensoli, della quale è ex marito.
C’è
Simone Marcotullio (0,5%), dell’associazione Nadir, la stessa che ha recentemente firmato una dura presa di posizione contro il professor Guido Silvestri, reo d’aver suggerito di recente prudenza nell’analisi proprio della ricerca Ensoli.
E c’è poi anche
Mauro Magnani (0,5%), coordinatore della Scuola di biotecnologie del Dipartimento di scienze biomolecolari dell'Università di Urbino, già legato a Giovan Battista Cozzone, dato che la 3 I Consulting Srl di Cozzone partecipa all’8,63% del capitale della
Diatheva S.r.l., di cui Magnani è consigliere.
Accanto a questi c’è anche
Cedric Bisson, classe ’67, che risulta essere “venture partner” del più grande fondo di fondi canadese,
Teralys Capital, che sul proprio sito (teralyscapital.com) dà conto di investimenti in informatica, sostenibilità e biotecnologie. Come Bisson, anche
John Douglas Wilson (Nuova Zelanda), detiene l’1% della Vaxxit Srl (100 euro) così come il gruppo per il quale peraltro opera in qualità di esperto: la
Ferghana Securities Inc., domiciliata a
Wilmington, nello Stato Usa a fiscalità agevolata del
Delaware.
Questa è ricompresa nell’orbita di
Ferghana Partners Group (
http://www.ferghanapartners.com), una banca d’investimento con base anche a New York (Ferghana Partners Inc.) e a Londra (Ferghana Europe LLP) specializzata, tra le altre cose, nel sostegno a transazioni che interessano anche comparti farmaceutici (tra i contraenti delle “recenti transazioni” si notano diversi gruppi farmaceutici tra cui l’italiano Angelini).
Il
28 aprile 2014 l’avvenuto cambiamento societario prende forma, con l’iscrizione della “modifica” presso la Camera di commercio. Poco meno di un mese dopo, il
22 maggio 2014, Vaxxit Srl diventa “attiva”, sempre presso la Camera di commercio.
Come scritto, la valutazione della coerenza tra la costituzione di Vaxxit Srl e il disciplinare di spin-off dell’Istituto superiore di sanità è ricominciata il 10 giugno. Resta però un elemento poco chiaro, scolpito all’articolo 4 del
“Disciplinare per partecipazione dell'ISS e suo personale ad iniziative spin-off” votato il 10 dicembre 2012 dal cda dell’Istituto. Quell’articolo stabilisce i
“doveri” del ricercatore/tecnologo che voglia costituire la società di spin-off, in questo caso la Vaxxit Srl. Tra questi, si legge, gli toccherà comprovare “il dettagliato business plan societario, contenente tra l'altro anche dati ed elementi utili ad identificare la specifica futura compagine sociale e le rispettive quote di partecipazione”. Tralasciando il pur interessante profilo (e destino) del piano economico e finanziario, va tenuto conto che
all’epoca del 4 marzo 2014, quando il cda presieduto da Fabrizio Oleari certifica la “coerenza” di Vaxxit Srl (come detto allora ancora “inattiva”),
le quote di partecipazione però erano del tutto in fieri e gli otto nuovi soci ancora fuori gioco. Alcuni, per certi versi, in paradiso.
“Una vicenda iniziata sedici anni fa con due grandi obiettivi: sconfiggere una malattia che continua a provocare milioni di morti nel mondo e celebrare la supposta eccelsa qualità della ricerca scientifica italiana, si sta trasformando in una ricerca esasperata di business privato da parte di alcuni ricercatori e in una enorme perdita economica e di credibilità da parte dell’ISS e di tutta la scienza medica italiana -è la riflessione di Vittorio Agnoletto, medico, già presidente della
Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS e coautore del libro
“AIDS Lo scandalo del Vaccino Italiano” (Feltrinelli 2012)-. Non c’è alcuna ragione per la quale l’ISS debba privatizzare o comunque autorizzare l’uso privato di brevetti frutto del lavoro di dipendenti pubblici e finanziato con soldi dello Stato. Dopo l’audizione in Senato, alla quale ho partecipato, e alla luce di queste nuove notizie, mi auguro che la commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama formalizzi in tempi brevissimi una commissione d’indagine parlamentare”.