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- Il "Gruppo HIVforum" e lo yoghurt del professor Ruggiero
- La lettera di Snout al Rettore di Firenze (febbraio 2011)
- Una chiacchierata con il Professor Michele La Placa
- Lettera all'Università di Firenze: risultati
- Vicenda yoghurt magico. Un anno dopo.
L’INIZIO DELLA FINE DEL GcMAF: LA BRUTTA ESTATE DEI CONIUGI RUGGIERO
Per i professori dell’università di Firenze Marco Ruggiero e sua moglie, Stefania Pacini, così come per il professore (sempre a Firenze – purtroppo non pare casuale) Massimo Gulisano e per qualche altra persona del loro gruppo di lavoro, compreso qualcuno di quegli studenti cui è stato consentito di laurearsi con tesi copiate da materiale negazionista pubblicato in Rete, quella del 2014 deve essere un’estate particolarmente uggiosa.
La pioggia, certo. Ma ci si mette pure la consapevolezza dell’inizio della fine di quella colossale illusione che è il GcMAF.
Immagino che molti di voi di sentir parlare di Ruggiero e GcMAF non ne possano più, che vi sia venuto a noia almeno quanto a me è venuto a noia scriverne. Tuttavia, le conferme sulla correttezza della nostra azione contro le teorie e le attività negazioniste del professor Ruggiero, entro e fuori le mura dell’università di Firenze, continuano ad arrivare copiose, quindi un aggiornamento è d’obbligo.
Per non tediarvi troppo, farò molto breve una storia che, invece, è assai lunga e complicata.

Partiamo da Nobuto Yamamoto - l’origine del male, ovvero dell’imbroglio del GcMAF.
Nonostante gli sforzi di Fabio Franchi e molti altri di far ritirare l’infame articolo del 2009 sul Journal of Medical Virology, in cui Yamamoto vaneggiava di avere eradicato l’HIV da 15 pazienti, sembrassero inizialmente destinati al fallimento, l’entrata in campo di una associazione seria e di gran peso come l’Anticancer Fund ha cambiato la situazione.
In questo mese, infatti, è stato ritirato un articolo di Yamamoto sulla cura del cancro al seno con GcMAF e si attende a breve il ritiro di altri due articoli, e le ragioni per cui questo è finalmente accaduto sono le medesime per cui si giungerà infine al ritiro anche dell’articolo sulla falsa eradicazione dell’HIV:
- - i comitati etici citati da Yamamoto semplicemente non sono mai esistiti;
- probabilmente anche i pazienti non sono mai esistiti;
- i dati pubblicati non forniscono evidenza alle conclusioni che ne vengono tratte.
La lettera che l’Anticancer Fund ha inviato all’editore Springer e alla rivista Cancer Immunology Immunotherapy per chiedere la ritrattazione di un articolo di Yamamoto sul trattamento del cancro al colon-retto con GcMAF elenca un numero impressionante di “irregolarità” (chiamiamole così), che vanno dal non avere dato le necessarie informazioni sui pazienti trattati, all’assenza di validazione della Nagalasi come corretto obiettivo da colpire con l’azione del GcMAF (oltre al fatto che Yamamoto sostiene che nel cancro la Nagalasi è prodotta esclusivamente dalle cellule cancerose, mentre nell’infezione da HIV la ritiene un prodotto virale), alla autoreferenzialità delle fonti citate (sempre Yamamoto, solo Yamamoto – l’avevamo visto anche nell’articolo in cui diceva di avere eradicato l’HIV, ricordate?), ad una serie di asserzioni non dimostrate. La conclusione dell’Anticancer Fund è lapidaria:
- “These results cannot be scientifically validated as they contradict established tenets in oncology”.
Ma le “anomalie” non sono solo di carattere scientifico, perché i ricercatori dell’Anticancer Fund hanno scoperto quello che già Franchi segnalava nel 2009: i centri di ricerca che secondo Yamamoto avrebbero dato il consenso all’attuazione dei trial clinici non esistono; le persone citate come coinvolte in questi comitati etici non sono mai state coinvolte in nessuna delle attività di Yamamoto. E c’è di più: neppure i presunti co-autori degli articoli esistono! Né esistono gli sponsor che – a detta di Yamamoto – avrebbero finanziato il suo Socrates Institute for Therapeutic Immunology.
Insomma, ormai la verità è acclarata: NOBUTO YAMAMOTO HA IMBROGLIATO.
Potrebbe bastare questo a rovinare l’umore di Ruggiero, Noakes e colleghi, perché tutta la brutta storia del GcMAF nasce proprio da lì, da quei lavori dello scienziato imbroglione.
Infatti, è pubblicizzando nel proprio sito quegli articoli oggi ritirati ed altri che su di essi si sono basati che la Immuno Biotech attira i clienti: persone con le patologie più diverse e sovente molto serie, cui viene fatto credere che comprando i prodotti a base di GcMAF della Immuno Biotech, o recandosi in una delle tre *cliniche del GcMAF* che sono state aperte in Svizzera e Germania, risolveranno i loro problemi di salute (dalla pagina in cui si descrivono i centri - che purtroppo hanno perduto l’inziale nome di “wellness courses” – è scomparsa la clausola “soddisfatti o rimborsati” che accompagnava la promessa di eradicazione del cancro in fase terminale: si vede che perfino per la Immuno Biotech simile promessa suonava – come dire? – poco credibile).
Ma la brutta estate non è finita qui.
Ruggiero, insieme a diversi docenti e ricercatori dell’Università di Firenze (fra cui ricorre il nome di Stefania Pacini, moglie di Ruggiero) hanno infatti molto pubblicato sul GcMAF in questo ultimo paio d’anni. E i loro articoli servono alla Immuno Biotech a dare spessore alle proprie pretese scientifiche e dunque ad incrementare la vendita a carissimo prezzo di prodotti come lo yoghurt magico (che oggi si chiama Bravo Probiotic).
Ma che cosa si scopre? Che una gran parte degli articoli in questione sono stati pubblicati su riviste il cui valore scientifico è pari a zero, riviste in cui la peer review è addirittura peggiore di quella dell’Italian Journal of Anatomy and Embryology dell’Università di Firenze, che il mondo scientifico non conoscerebbe se non fosse per il clamore suscitato a fine 2011 dalla pubblicazione in quelle pagine delle bestialità negazioniste sull’HIV/AIDS di Duesberg, Ruggiero et al.
Quel tipo di riviste – non a caso chiamate predatory journals – sono una sciagura per la scienza open access perché, nascondendosi dietro nomi apparentemente scientifici e che richiamano quelli di riviste serie, e dietro al pagamento di somme a volte più, a volte meno consistenti, permettono (o incoraggiano) la pubblicazione di spazzatura, che finisce così con l’essere equiparata a ricerche vere di scienziati veri, che pubblicano su riviste vere.
Jeffrey Beall è un bibliotecario della University of Colorado, a Denver, e da un paio d’anni gestisce un sito molto accreditato – Scholarly Open Access - in cui censisce queste riviste canaglia, elencandole e descrivendole. Per esempio, sovente i predatory journals hanno sedi fittizie, redazioni fittizie e – ovviamente – peer reviewers fittizi: Beall studia e racconta queste cose e il suo lavoro è molto seguito, perché per chi si occupa di scienza è di vitale importanza non dare credito a lavori che sono solo mascherati da ricerche scientifiche, ma in realtà sono pseudoscienza – non foss’altro che per non perdere tempo prezioso.
Nel mirino di Beall sono finiti nei giorni scorsi ben tre articoli di Ruggiero e colleghi della Università di Firenze, altri ne sono stati segnalati dai lettori, e da lì sta partendo la seconda valanga di fango (per riprendere l’azzeccata metafora del dottor Franchi), che seppellirà quella che ormai pare accertato sia la truffa del GcMAF.
Beall ha scritto un post il cui titolo non si presta ad equivoci: Would You Take a Cancer Cure Proven Effective in a Predatory Journal? - ed elenca tre lavori di Ruggiero, Pacini e colleghi usciti sull’American Journal of Immunology, una delle riviste della sua lista di rogue journals.
Inoltre, ricorda i pazienti trattati nei tre centri della Immuno Biotech, i 6000 euro a settimana per il centro più 1800 per l’albergo, e sottolinea come il costo sia significativamente più alto rispetto ai 600 euro di una fiala di GcMAF.
Nota anche come nessuno degli autori degli articoli sul GcMAF paia aver rivelato la propria affiliazione al centro (ma noi sappiamo che almeno Ruggiero ha un ruolo ben chiaro - sia nella Immuno Biotech, di cui è Direttore Scientifico, sia nelle *cliniche del GcMAF*, in cui è lead consultant doctor).
E non può mancare la conclusione, in cui Jeffrey Beall si chiede se la scienza dietro il GcMAF sia autentica, onesta e reale e chiede alla comunità scientifica di investigare sul GcMAF e sulla scienza e il marketing che ne sono alla base:
- I found the overall tone of the GcMAF website to be mean and self-righteous. It makes a lot of claims such as “Root canals are a major cause of the immune system being suppressed and they are a major cause of cancer.”
Is the published science behind GcMAF authentic, honest, and real? I ask that the bio-medical sciences community investigate this compound, the science behind it, and its marketing.
Ieri Sylvie Coyaud ha seguito le suggestioni lanciatele da un commentatore sul suo blog su Repubblica e ha scoperto che anche nell’isoletta di Guernsey, il paradiso fiscale nella Manica in cui ha sede la Immuno Biotech, qualcuno comincia a manifestare pubblicamente delle perplessità sul GcMAF. Ha dunque scritto un bel post dei suoi – Lo yogurt del prof. Ruggiero, cont. – in cui ha notato alcune incongruità (chiamiamole così) nella risposta che la società di Noakes e Ruggiero ha dato alla lettera sul Guernsey Press del 18 luglio scorso:
- La replica contiene falsità palesi, tra le quali:
Of the 22 research papers published by Immuno Biotech Ltd, our Guernsey company, six are clinical results papers. Four cover our German and Swiss clinics, where we reduce cancer tumour size by 25% a week, of course without side effects. These are also all peer reviewed and published in the world’s most prestigious scientific journals. See http://www.gcmaf.eu for links to the papers.
Come chiunque può vedere sul sito, Immuno Biotech non ha mai pubblicato nulla. Di due articoli su rivista peer-reviewed, che riportavano i risultati di un esperimento clinico, il primo è appena stato ritrattato perché i dati erano dubbi, l’ipotesi che dovevano dimostrare infondata, gli autori morti o irrintracciabili, i loro enti di ricerca svaniti nel nulla.
Prof Ruggiero effectively proved these chemo companies were selling a fraud.
In Italia come nel resto dell’UE, la chemioterapia è gratuita, invece di 60-100 euro la dose giornaliera del loro yogurt.
Their response was to ask the University of Florence to withdraw his professorship. Worrying times, but the university reviewed his research papers, concluded that Prof Ruggiero was completely right, and flatly refused to withdraw his professorship. There is some justice in the world.
L’università di Firenze ha dato torto al prof. Ruggiero e gli ha tolto il lab e due corsi su tre. Non può togliergli il titolo di “professore” prima della conclusione dell’inchiesta del tribunale di Sassari, processi, prescrizioni, amnistie, condoni e sentenza di ultimo grado. Se ne riparla nel 2014.
Vedremo dunque, quando l’inchiesta penale di Sassari si sarà conclusa, che cosa avranno da dire, oltre alla magistratura, l’Università di Firenze e l’Ordine dei Medici, dal quale ancora attendiamo che si pronunci sulla segnalazione fatta dall’Università riguardo alle strane sperimentazioni dello yoghurt magico, e che forse – per quanto le *cliniche del GcMAF* non siano in territorio italiano – terrà almeno moralmente conto delle attività oltre confine del professor Ruggiero.
L’inizio della fine del GcMAF - una storiaccia infame, che tante illusioni ha creato in persone malate.
Proprio una gran brutta estate per Ruggiero, Pacini e colleghi.