Dunque vaxxit ci prova.
Interessante direi, anche se sono carico di considerazioni contrastanti, che riassumerei con un “mi pare partano in salita”: il loro obiettivo di raccogliere 3 milioni e mezzo di euro entro la fine di settembre mi pare ambizioso, e comunque sarebbe giusto il primo step: la scheda sintetica preannuncia che l’investimento minimo previsto per lo sviluppo è di 17 milioni di €.
È interessante vedere come i quattro conti da sarta che si facevano su queste pagine siano stati sostanzialmente confermati: lo sviluppo del vaccino richiederebbe (sempre che tutto vada bene) sei anni… sei anni per sviluppare qualcosa che nelle pagine dell’offerta si chiama ancora vaccino, ma che noi sappiamo avere già virato verso qualcosa d’altro di meno rivoluzionario e che fra sei anni potrebbe diventare utile come un floppy disk rispetto a una chiavetta USB da 32gigaByte...
Mi piacerebbe poi capire se saranno tutti d’accordo sulla titolarità dei vaccini, una cosa che minaccia un po’ la vendibilità del progetto...
Da quel che si vede comunque, puntano basso: pensano che l’azienda varrà 100 milioni di euro a conclusione dello sviluppo del “vaccino”, un valore bassino rispetto alle quotazioni delle start up biotech solite…
La cosa che m’incuriosisce di più però è come mai si siano risolti a ricorrere a una start up del crowfunding (zirra è del 2014) e come mai non abbiano trovato in questi anni investitori più consistenti…
Prego di osservare chi non se ne fosse accorto, un piccolo giochetto di comunicazione che ho trovato delizioso: nella descrizione breve si dice che “TatImmune has been invented and developed by Prof. Barbara Ensoli... Member of the Scientific Council of the European Research Council, a body composed of 22 eminent scientists from all over Europe, including Nobel Prize winners.”, è una partecipazione che fa sicuramente onore alla dottoressa Ensoli e all’Italia… ma da questo a scrivere “Differentiation: Working with Nobel prize winners” quasi che fosse Vaxxit a poter contare sul contributo di qualche premio Nobel, ce ne vuole…
