NEGAZIONISTI E ANTIVACCINISTI: UNA FATALE ATTRAZIONE
Inviato: sabato 12 agosto 2017, 15:01
Da qualche tempo sembra che la parte più attenta della comunità scientifica si stia accorgendo di questo, e inizi a impegnarsi in prima persona per confrontarsi con chi ha altri orizzonti e quindi a volte è “giustificato” nei propri errori…
Un nostro amico di lunga data, il professor Guido Silvestri (professore ordinario di Patologia Generale alla Emory University di Atlanta, Georgia – USA), ha recentemente aperto una pagina su Facebook (https://www.facebook.com/guidosilvestriMD/) che condivide oggi con un collega e amico, professor Andrea Cossarizza della Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Il professor Silvestri ha chiesto alla nostra Dora un breve contributo sui negazionismi, un tema sul quale come sapete qui si è lavorato tanto. Il contributo di Dora è apparso quest’oggi e voglio condividerlo qui con voi, a favore dei tre che non hanno un account Facebook.
Prima di lasciarvi alla lettura, credo sia doveroso dire che questo articolo è "solo" un'altra tappa di un lavoro che dura tempo e che continuerà, i commenti in questo thread i suggerimenti e i contributi saranno sicuremente apprezzati da tutti.
NEGAZIONISTI E ANTIVACCINISTI: UNA FATALE ATTRAZIONE
[di "Dora" di HIV Forum]
- Pubblichiamo con grande piacere lo splendido OP-ED di Dora, la leggendaria moderatrice di HIVForum, il sito web che da anni e' un riferimento per decine di migliaia di persone italiane che vivono con HIV.
Due rapidi commenti editoriali.
1, Il pezzo e' LUNGO, ma davvero BELLISSIMO. Non vi spaventate, questa pagina e' letta da persone intelligenti, arrivate fino in fondo, ne vale la pena!
2. L'articolo e' in prospettiva STORICA. Ma e' di ieri la notizia che al summit anti-vaxx di Roma era presente il medico negazionista Fabio Franchi, autore del pessimo libro "AIDS la grande truffa". E' veramente una fatale attrazione!
di Dora [HIV Forum], Milano 12 agosto 2017
Se osserviamo questi fenomeni come dei movimenti sociali, notiamo delle forti affinità. Vediamo, infatti, che per entrambi è possibile individuare una sorta di stratificazione a piramide, all’interno della quale molti aspetti si corrispondono.
1. In cima abbiamo i *TEORICI*.
Nel caso dei negazionisti, sono Peter Duesberg e il piccolo gruppo di persone con una infarinatura scientifica, benché ignoranti di immunologia, di virologia e di epidemiologia, che gli si sono coagulate attorno - con una distinzione ideologica fra chi segue la teoria pseudoscientifica di Duesberg, secondo cui HIV esiste, ma è un retrovirus passeggero e innocuo, incapace di causare la sindrome da immunodeficienza acquisita, che è invece da attribuire a uno stile di vita vizioso e promiscuo, all’uso di droghe, a scarsa igiene o ai farmaci antiretrovirali stessi (origine chimica dell’AIDS contro origine virale), e il minoritario Gruppo di Perth, secondo il quale HIV non è mai stato isolato e, molto semplicemente, non esiste.
Nel caso degli antivaccinisti, il cui movimento ha una storia secolare che risale agli albori delle vaccinazioni, ma che ha trovato nuova ispirazione e forza nell’ultima ventina d’anni, possiamo vedere come alla sommità dei *teorici* si sia installato Andrew Wakefield, circondato da un gruppo di devoti molto attivo nella promozione delle sue idee.
Al vertice delle due piramidi si può attribuire la definizione di *hero scientists* proposta da Nicoli Nattrass nel suo studio sui negazionisti dell’HIV/AIDS: nella narrativa negazionista e antivaccinista, sono descritti come scienziati coraggiosi, integri, disinteressati e anticonformisti, novelli Galileo che sfidano la scienza ortodossa, dogmatica e corrotta - rappresentata come una sorta di Santa Inquisizione - e le cui idee trionferanno al termine di una gloriosa battaglia. Questi *teorici* sono coloro che danno al movimento credibilità scientifica, legittimità intellettuale e proiezione verso un mitico (e forse addirittura mistico) futuro. Potremmo anche vederli come le divinità del culto.
2. Subito sotto il vertice, c’è uno strato di persone che si occupano a vario titolo dell’organizzazione e del finanziamento della propaganda – i teologi, gli esegeti e i sacerdoti, per certi versi: possono essere medici o scienziati, che per le più diverse ragioni (fallimento del processo di formazione accademica, difficoltà a trovare una collocazione nella scienza mainstream, desiderio di guadagno o di visibilità …) hanno tralignato e vanno a costituire la prima linea del fronte, lasciando ai *teorici* la possibilità di restare nelle retrovie, a ricoprire il ruolo di padri nobili, maestri e ispiratori; oppure giornalisti, pubblicisti, scrittori o registi, che incarnano la figura che Nattrass chiama dei *praise singers* e che veicolano il messaggio dei *teorici*, traducendolo in linguaggio comprensibile a un pubblico di non specialisti e costruendo materialmente la narrazione.
Fra i *PROPAGANDISTI*, un posto a sé occupano quelli che Nattrass chiama i *cultropreneurs*: sono persone che hanno interesse a proporre cure “alternative”, che pescano nei sentimenti di sofferenza dei malati e dei loro cari, nella frustrazione sociale e intellettuale e nella paranoia complottistica, che sono presenti a livelli altissimi fra chi si lascia tentare dalle teorie pseudoscientifiche, al fine di vendere qualcosa. Per un Matthias Rath, che vendeva vitamine ai malati di AIDS in Sud Africa ai tempi del governo di Thabo Mbeki, quando il negazionismo assurse a ideologia di Stato, o per un Marco Ruggiero, che per “curare” l’infezione da HIV cercava di vendere il suo yoghurt al GcMAF, abbiamo oggi i venditori di preparati omeopatici, di integratori, e di vere e proprie pericolosissime cure truffaldine, che si rivolgono ai genitori convinti che i loro bambini siano diventati autistici a causa delle vaccinazioni e debbano essere “purificati” dai parassiti intestinali che causerebbero i sintomi dell’autismo mediante clisteri di candeggina - o variazioni sul tema.
Il caso di Ruggiero è particolarmente interessante, poiché si colloca all’intersezione di differenti tipologie di ciarlatano: è nato come medico e scienziato, quindi potrebbe aspirare a sedere nell’Olimpo dei *teorici*, sia pur di secondo piano; pubblica decine di articoli pseudoscientifici su riviste-spazzatura, quindi può essere annoverato fra i piazzisti dell’ideologia; ma vende anche diversi prodotti di sua invenzione, quindi è senz’altro un *cultropreneur*. Inoltre, se all’inizio ha rivolto le sue attenzioni alle persone con HIV, oggi vende le sue pozioni magiche anche per “curare” l’autismo, oltre al cancro, alla fatica cronica, all’inesistente malattia di Lyme cronica e a decine di altre patologie.
Tutti questi personaggi, molti dei cui nomi ricorrono se si studiano i due diversi movimenti, sono vittime - oppure abili sfruttatori - del fenomeno del “crank magnetism”: la “fatale attrazione”, la disponibilità da parte di molti esseri umani, una volta ceduto sul fronte della razionalità e dato credito a una teoria complottistica e/o pseudoscientifica, a dar credito ad altre, sempre più fantasiose, sempre più assurde, sempre meno basate su fatti ed evidenze consolidate.
I negazionisti hanno costituito una associazione, Rethinking AIDS, che ha lavorato per ristabilire l’onore perduto di Duesberg e l’ha fatto finanziando – prevalentemente grazie a un venture capitalist chiamato Robert Leppo - iniziative che permettessero la circolazione delle idee dello scienziato: articoli divulgativi su giornali e riviste ad ampia diffusione; libri e documentari fatti conoscere attraverso incontri off line e siti internet; articoli “scientifici” pubblicati su riviste che fino a qualche anno fa garantivano un’almeno apparente revisione paritaria, mentre più di recente sono tutte di tipo predatorio, a dimostrazione del carattere di simulacro della scienza che la pseudoscienza tende ad assumere; cause in tribunale, in cui avvocati fedeli all’associazione avevano il mandato di difendere persone accusate di aver trasmesso l’infezione ad altre usando la disastrosa strategia dell’inesistenza di HIV e/o della sua intrasmissibilità per via sessuale, oppure di intentare cause per diffamazione contro attivisti e scienziati che si opponevano ai negazionisti (l’obiettivo ultimo – fallito - sarebbe stato di portare Robert Gallo a difendersi davanti a un tribunale e lì trionfalmente smascherare l’impostura della “truffa dell’AIDS”).
Lo stesso tipo di strategia propagandistica, solo potenziata dal fatto che il movimento antivaxx è numericamente molto più esteso rispetto a quello dei negazionisti dell’HIV/AIDS, lo troviamo fra gli antivaccinisti. I loro libri sono su Amazon, i film a tema come Vaxxed stanno facendo tour promozionali in tutto il mondo e hanno trovato accesso perfino presso istituzioni come il Senato italiano o il Parlamento europeo, preceduti da pagine Facebook attraverso cui raccogliere consenso e organizzare gli eventi, e accompagnati da camper e attivisti che girano di città in città. Gli articoli travestiti da paper scientifici trovano ospitalità su riviste travestite da journal scientifici. Instancabili propagandisti organizzano innumerevoli incontri in sedi private e manifestazioni pubbliche. Decine e centinaia di siti rimpallano la vulgata antivaccinista da un capo all’altro della rete attraverso l’uso di meme che vengono da molto lontano e ricordano da molto vicino quelli negazionisti: “non sono contro i vaccini, sono per vaccini sicuri”, “i vaccini sono innaturali, ci si può immunizzare giocando per terra”, “i vaccini dovrebbero essere sicuri al 100%”, “i vaccini sono impuri, contengono nanocose”, “le malattie infettive stavano scomparendo ben prima dell’introduzione dei vaccini”, e così via.
Avvocati, pagati da associazioni organiche al movimento o fiancheggiatrici, agiscono in tribunale contro le istituzioni sanitarie, accusandole di aver causato l’autismo a bambini vaccinati o di procurato allarme per aver sostenuto che è in atto un’epidemia di morbillo, oppure minacciano cause contro mamme autistiche di bambini autistici, che sono in prima linea nel contrasto agli antivaccinisti e agli spacciatori di cure alternative e illegali (per il caso Fiona O’Leary, cfr. bibliografia). La libertà di critica, secondo negazionisti e antivaxx, è a senso unico: vale solo ed esclusivamente per loro.
Rispetto a come si muoveva la propaganda negazionista occidentale fra gli anni ’90 del secolo scorso e la metà degli anni ’10 di questo, quella che vediamo oggi diffusa dal movimento antivaxx beneficia di un accesso ormai universale alla rete, con la riproposizione martellante di pochi meme e con diversi studi che confermano che bastano pochi minuti di permanenza in siti antivaxx perché molte persone che hanno perso memoria delle epidemie e hanno scarsa propensione a capire la statistica si formino la convinzione che i vaccini sono più pericolosi delle infezioni che devono combattere. Ma le strategie retoriche adottate sono davvero molto simili.
Dell’esplosione della rete ha beneficiato anche il negazionismo dell’HIV/AIDS nella sua conquista di una nuova frontiera, quella della Federazione Russa. Se nel mondo occidentale possiamo quasi cantar vittoria, perché dei negazionisti restano ormai soltanto i (pur pericolosi) cascami, in Russia le cose vanno in tutt’altro modo: dall’incontro fra esponenti di Rethinking AIDS ed esponenti locali si è creato un movimento, che si appoggia ad associazioni nazionaliste e religiose e che usa una piattaforma social simile a Facebook per diffondere la propria ideologia e contattare persone in situazioni di particolare fragilità, come le donne incinte e le giovani madri, sfruttando politiche sanitarie che definire incoerenti è un gentile eufemismo, lo stigma mostruoso che ancora grava su fasce di popolazione quali i tossicodipendenti, gli omosessuali e le stesse persone con HIV e la capillare influenza ideologica e sociale della Chiesa Ortodossa. La Russia è oggi il Paese al mondo in cui maggiore è l’incidenza di NUOVE INFEZIONI e il negazionismo dell’HIV/AIDS è il catalizzatore della generalizzazione dell’epidemia, ciò che ha permesso a un’infezione che per molti anni è rimasta confinata a gruppi di tossicodipendenti di trasformarsi in un’epidemia dilagante in ogni settore della società, bambini compresi.
3. Veniamo alla base della piramide, quella formata dai *FRUITORI* delle teorie pseudoscientifiche negazioniste e antivacciniste, le persone comuni che sono l’obiettivo della propaganda, che sovente se ne fanno a loro volta inconsapevoli portavoce e che in qualche modo si potrebbero considerare i devoti del culto. Nel caso dei negazionisti, i *fruitori* si sono divisi sostanzialmente in due gruppi, che nel dare credito alla propaganda sono spinti da motivazioni assai diverse.
Anzitutto, vittime della pseudoscienza negazionista sono le persone che hanno ricevuto una diagnosi di infezione da HIV. Costoro si trovano a misurarsi con la paura della malattia e lo stigma sociale che l’accompagna e tendono a dar credito ai negazionisti perché viene loro offerta una via di fuga da una realtà percepita difficile da affrontare e che talvolta sembra loro non corrispondere alla narrativa dominante nella società, in cui viene veicolata una visione ipersemplificata dell’infezione da HIV e dei trattamenti con cui la si può controllare. Se la loro esperienza della malattia è diversa da quanto la narrativa dice, ad esempio se hanno avuto rapporti per anni con il proprio partner o hanno avuto un figlio senza trasmettere loro l’infezione, se non hanno sperimentato un deterioramento del proprio sistema immunitario nei tempi canonici della vulgata, se non si sentono malate, se faticano a tollerare gli effetti collaterali dei farmaci e in compenso subiscono discriminazioni in famiglia, al lavoro o nella società … tutte queste possono essere motivazioni non irrazionali per aderire alla visione alternativa proposta dai negazionisti. Fra loro possono sorgere quelle che Nattrass chiama le *living icons*, quelle persone con infezione da HIV e che, vive e apparentemente in salute senza prendere farmaci a diversi anni dalla diagnosi, vengono usate dai negazionisti come prove viventi della falsità della teoria scientifica dell’AIDS. Le icone viventi oggi sono tutte morte e questo è uno degli elementi che, insieme alla innegabile efficacia della terapia antiretrovirale, con più forza hanno contribuito alla disfatta del movimento negazionista occidentale.
Molto diverso è il caso di chi non ha l’infezione e decide di aderire alla visione negazionista in base a motivazioni intellettuali: sfiducia generale nella scienza; convinzione che la medicina sia irrimediabilmente corrotta e che medici e scienziati siano tutti o incompetenti o pagati dall’industria farmaceutica; incapacità di comprendere il linguaggio scientifico anche quando questo viene semplificato dai divulgatori; impossibilità di riconoscere gli strumenti retorici tipicamente utilizzati nelle pseudoscienze (dalle fallacie logiche come il cherry picking e i vari bias di omissione, di conferma etc., che portano a scegliere solo le ipotesi e affermazioni che non contrastano con la propria teoria preferita, alla falsa equivalenza fra teorie basate sulle evidenze e condivise dalla schiacciante maggioranza della comunità scientifica e teorie pseudoscientifiche mai validate empiricamente, alla distorsione delle argomentazioni degli scienziati attraverso citazioni avulse dal contesto, all’appello alla fede nel Verbo dello scienziato-dio, alle accuse agli interlocutori di violare la libertà di cura, di attuare una censura di opinioni legittime o di essere corrotti e parte del complotto globale); adesione a ideologie di tipo new age o post-moderniste, per cui la natura è tutta buona e bella, la chimica è più cattiva del demonio, i fatti non esistono, non esiste demarcazione fra vero e falso, fra scienza e stregoneria, ma ogni affermazione può essere considerata vera in base al contesto e pertanto viviamo in un’interminabile notte in cui tutte le vacche sono nere.
Qui, nel più vasto dominio delle PSEUDOSCIENZE, si osserva l’incontro fatale fra i fruitori del negazionismo e quelli dell’antivaccinismo, incarnati sovente nella stessa persona.
La maggiore differenza fra chi fino a pochi anni fa combatteva in rete i negazionisti dell’HIV/AIDS e chi oggi si occupa di contrastare i negazionisti dei vaccini risiede, a mio parere, nel fatto che i primi affrontavano per lo più i teorici negazionisti, soprattutto quelli di secondo livello, mentre chi oggi combatte in rete gli antivaxx affronta prevalentemente torme infuriate di “mamme informate”. Mentre i teorici negazionisti, per quanto agguerriti e abili nello spamming, erano pochi e usavano poche tattiche consolidate e immediatamente riconoscibili (soprattutto quella di non rispondere alle contestazioni e di far slittare continuamente la discussione verso nuove ipotesi e nuovi obiettivi, finché poi facevano surrettiziamente ricomparire ipotesi vecchie già confutate), le “mamme informate” ripetono ossessivamente sempre i medesimi slogan, chiudendo ogni possibilità di critica e facendo scadere immediatamente la discussione in insulti, offese e minacce, con totale frustrazione in chi prova a farle ragionare.
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Per chi fosse interessato alle fonti di questo post, ci sono innumerevoli articoli, post e qualche bellissimo libro da segnalare e sono pronta a fornire elenchi dettagliati. Per il momento, per lo studio dei negazionisti dell’HIV/AIDS, ricordo due libri:
- Seth Kalichman, DENYING AIDS, New York 2009,
- Nicoli Nattrass, THE AIDS CONSPIRACY – SCIENCE FIGHTS BACK, New York 2012.
Nel sito AIDSTRUTH.ORG, inoltre, John Moore ha coordinato l’azione di alcuni medici, scienziati e attivisti, che hanno raccolto informazioni sui negazionisti e sulle loro attività e critiche dettagliate ai molti miti del negazionismo dell’HIV/AIDS.
Sul recente incontro fra il negazionismo occidentale e la Russia non esistono studi complessivi, anzi esiste ben poco, che sia in inglese o in russo. Quindi mi scuso per l’ineleganza, ma devo rimandare alla serie di post che ho scritto nell’HIVforum con il titolo “RUSSIA – DOVE EPIDEMIA DI HIV/AIDS E NEGAZIONISMI DILAGANO (http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... =12&t=6024).
Per il movimento contro i vaccini, data l’enorme quantità di fonti, ricordo solo qualche articolo fra quelli che meglio hanno descritto le attività antivaxx online:
- Zimmerman et al., VACCINE CRITICISM ON THE WORLD WIDE WEB, J Med Internet Res, 2005 Apr-Jun; 7(2): e17,
- Kata A., ANTI-VACCINE ACTIVISTS, WEB 2.0, AND THE POSTMODERN PARADIGM--AN OVERVIEW OF TACTICS AND TROPES USED ONLINE BY THE ANTI-VACCINATION MOVEMENT, Vaccine, 2012 May 28;30(25):3778-89,
- Callender D., VACCINE HESITANCY: MORE THAN A MOVEMENT, Hum Vaccine Immunother, 2016 Sep; 12(9): 2464–2468,
- e soprattutto questo articolo di Tara Smith, appena pubblicato nell’Open Forum Infectious Diseases, che ritengo valga la pena di essere letto anche perché l’autrice, oltre ad essere docente di epidemiologia alla Kent State University, nel suo blog Aetiology sui ScienceBlogs è stata negli anni passati una delle protagoniste del contrasto in rete dei negazionisti dell’HIV/AIDS: VACCINE REJECTION AND HESITANCY: A REVIEW AND CALL TO ACTION.
- Sulla bizzarra concezione della libertà degli antivaxx e il caso Fiona O’Leary, devo rimandare a STREGONI E CIARLATANI – O DELLA LIBERTÀ A SENSO UNICO, http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... =12&t=5456.
EDIT: link salvato qui: https://archive.is/bAWlK